Un pezzo di storia..
Quando tutto ebbe inizio

Anno 1999
Sarà perché ho superato i quarant’ anni o perché i miei colleghi sono molto più giovani di me ma ultimamente mi sta capitando sempre più spesso che mi venga chiesto quando ho cominciato a fare il pizzaiolo.
La mia risposta è sempre la stessa: nel 1998, avevo diciassette anni!
Due settimane fa sistemando alcune scatole ho trovato questa fotografia e guardandola mi sono riaffiorati alla mente tanti ricordi che riguardano i primi anni della mia carriera, se così vogliamo chiamarla.
Questa immagine mi ha fatto ricordare ciò che per me è stato il mio primo vero giorno di lavoro, cioè il momento in cui ho capito che nella vita avrei fatto il pizzaiolo..
Partiamo dal principio.
Correva l’ anno 1999, avevo appena terminato la mia seconda stagione come apprendista pizzaiolo in un ristorantino a Lido di Savio. Le prospettive per l’ inverno erano terribili, mio padre (idraulico) era stato operato al ginocchio e vista la difficoltà nel sollevare pesi mi ero preso l’ impegno di aiutarlo per qualche mese.
Ricordo che era una sofferenza alzarmi ogni mattina, lavorare al freddo, prendermi gli insulti di mio padre perché non ero in grado di distinguere un cacciavite da una chiave inglese e soprattutto non essere pagato se non con un pieno di benzina ogni tanto e poco altro.
Un pomeriggio la mia fidanzata di quel tempo lesse sul giornale un annuncio in cui una pizzeria che faceva consegne a domicilio cercava a Ravenna per il week end un pizzaiolo con esperienza.
Mi sembrava un buon modo per sopperire alla mancanza di stipendio.
Così chiamai e il venerdì andai a fare il colloquio. Quel giorno conobbi il Gege, colui che sarebbe stato il mio maestro!
Il Gege persona maledettamente franca e schietta mi disse chiaramente che “qua il sabato si fanno dalle 250 alle 300 pizze in tre ore e la domenica arriviamo quasi a 400, qui si lavora a catena e il tuo compito è solo stendere le pizze, sei in grado di stendere 400 pizze in tre ore?”
Sinceramente non so cosa mi sia passato per la testa in quel momento ma risposi che non ci sarebbe stato alcun problema sapendo che in realtà non avevo mai steso più di cento pizze in una sera. La realtà è che pensavo di essere in grado di farlo anche se non lo avevo mai fatto.
Beneamata incoscienza giovanile..
Il giorno dopo mi presentai a lavoro, preparammo un po’ di linea e nel frattempo la centralinista stava già prendendo le prime ordinazioni e poco prima delle 18, orario in cui cominciavano le prime consegne, la bacheca era già murata di comande.
Alle 18.00 precise il Gege mi chiamò al banco per cominciare il servizio e stesi la prima pizza, ricordo bene la sua espressione affranta quando mi disse: “ma tu non sai mica stendere le pizze, se lavori così stasera finisce in tragedia”.
Sarei voluto scappare per la vergogna e rimasi in silenzio aspettando la giusta sentenza.. Poi aggiunse: “ Vabbè ormai sei qui e in qualche modo dobbiamo finire la serata.” Così prese una pallina di impasto me la stese facendomi vedere il suo metodo: “ora fai uguale e datti una mossa”.
Giuro che ce la misi tutta, intorno a me tutto andava a mille all’ ora, due centraliniste rispondevano contemporaneamente ai telefoni, c’erano portapizze che schizzavano a destra e a sinistra intasati di consegne, il locale pieno di gente che aspettava impaziente le proprie pizze da portare a casa, io sudavo come un matto e avevo un male insopportabile alle braccia, sembrava l’ inferno in terra!
Mi sentivo proprio un coglione..
Quella sera alla fine stesi 270 pizze in tre ore.
Ero distrutto fisicamente e psicologicamente ed ero pronto ad essere cacciato via a calci in culo!
Finito il servizio cominciammo a preparare gli impasti per il giorno seguente e in quel momento il Gege mi disse la frase che mi lasciò a bocca aperta senza parole:
“Appena abbiamo cominciato il servizio mi sono cacato sotto, ma da inizio serata a fine serata sei già migliorato tantissimo e alla fine ti sei steso 270 pizze. Vedrai che domani sarà tutto più facile, perché domani te sei qui per la seconda battaglia.. domani ce ne aspettano almeno 350”
Il giorno dopo tornai a lavorare, facemmo 370 pizze e fu lo stesso inferno del giorno precedente.
A fine serata arrivò il momento della paga, il Gege mi diede centomila lire e mi disse: “Questo è quello che vali in questo momento, migliora e ti pagherò di più. Ci vediamo sabato prossimo!”
Per me questo fu il giorno in cui cominciai a fare il pizzaiolo, uno dei giorni più importanti della mia vita.
Ogni tanto mi chiedo come sarebbe stata la mia vita ora se non avessi mentito dicendo che ero in grado di stendere tutte quelle pizze.
A quasi 40 anni sono convinto che il destino non esiste e che in realtà siamo noi a tracciarne il sentiero tramite le nostre decisioni consce e inconsce.
Crescendo ho capito che tutte le volte che ho raggiunto un risultato è sempre stato perché ho osato, perché mi sono buttato senza essere pronto per farlo, con un pizzico di follia e tanta faccia da culo.
Non ero pronto per lavorare dal Gege, non ero pronto per andarmene da casa a ventitre anni, non ero pronto per cominciare a lavorare da solo e non ero pronto nemmeno per avere dei figli..
Non sono mai stato pronto a fare nulla finchè non l’ ho fatto.. con un pizzico di follia e tanta faccia da culo!